L'abusivo by Franchini Antonio

L'abusivo by Franchini Antonio

autore:Franchini, Antonio [Franchini, Antonio]
La lingua: eng
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Uno che, così, sfrontatamente scrive che la sorella del boss ha una boutique e che questa boutique viene chiusa dalla pubblica sicurezza, dà fastidio.

No, non credo che un Perez questa notizia l’avrebbe scritta. O non l’avrebbe scritta o l’avrebbe riportata facendosela dire dai carabinieri, virgolettandola.

Un camorrista secondo me queste differenze le percepisce. Un conto è che tu dai l’impressione di essere un cronista che riporta le indagini, un conto è che tu riferisci a che punto sono le indagini, quindi non fai altro che riportare ciò che è ufficiale… Altra cosa è che tu invece fai l’inchiesta, cioè leggi con intelligenza una realtà e stabilisci dei nessi. Non solo. Ma ci infili dentro delle notizie non tanto senza citare la fonte, ma senza dare al lettore, anche al lettore camorrista, la sensazione che la fonte sia il giudice o magari anche un conosciutissimo verbale della polizia. Allora puoi dare l’impressione di essere tu l’autore dell’indagine, oltre che dell’inchiesta. Così puoi allarmare ancora di più.

Questo non significa attribuire al camorrista lettore una capacità di decodificazione particolare, perché chi è che legge con attenzione certi argomenti? Chi ne è interessato direttamente, è ovvio, cioè il camorrista della zona.

Probabilmente c’è, da parte del camorrista, la percezione e la consapevolezza dell’appartenenza, di appartenere a un mondo diverso, che poi così diverso non è… quando si parla dei rapporti tra camorra e politica… Però questo modo di pensare esiste e quindi fa percepire tutto ciò che è altro, compreso il giornalista, come un nemico. Come uno da cui guardarsi. Poi facilmente si omologa tutto… non c’è distinzione tra carabiniere, giudice, giornalista… il che è anche vero, nel senso che il giornalista, quando scrive, prende per vero quello che gli dice il poliziotto, il commissario, il giudice.

Non credo che a questo livello più basso la camorra sia capa ce di “usare” i giornalisti. Certo, poi c’è la camorra che un giornale se lo può addirittura comprare.

Uno come Cutolo, per esempio, capisce benissimo, magari solo a livello istintivo, di pelle, l’uso che viene fatto delle cose che dice. Capisce che se fa una battuta o sorride, i giornali il giorno dopo scriveranno di lui che ha sorriso, che è il padrino, e lui capisce che così si continua ad alimentare il mito. A fare questo non ci vuole neanche chissà che intelligenza perversa. Basta leggersi il giornale che parla di te due o tre volte e capisci come funziona.

Giancarlo certa gente la conosceva, sapeva come trattarla. Lui abitava a piazza Leonardo e da quelle parti abitava la madre di Pasquale Nonno, il direttore, il quale spesso era là e Giancarlo una volta, ridendo, mi disse speriamo che non passa il direttore – era in predicato la sua assunzione – a piazza Leonardo e non mi vede cu’ chelli facce ’e fetienti degli amici miei… E mi disse che se la faceva anche con ex detenuti, pregiudicati.

Da una parte, come è emerso con Cautero, si tratta di persone che lui conosceva perché abitava nella zona, magari ci aveva



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